top of page

Il “leggero” dalla mano pesante

 

Storie  e personaggi del nostro sport

Edo Petrucci, il fighter torrianese che dopo la palestra tornava a lavorare nei campi

Mi sono voluto mettere sulle tracce di Edo Petrucci, un “peso leggero” di Torriana che, negli anni sessanta, pur non essendo un fuoriclasse, riuscì ad occupare una posizione dignitosa nell’affollato ed agguerrito boxing nazionale. Lo ritrovo dopo tanto tempo e noto che non è cambiato affatto: lo stesso fisico asciutto, quelle braccia magre, smisuratamente lunghe, perennemente gesticolanti, il medesimo entusiasmo ed una grande voglia di ricordare e di raccontarsi.

“Era il 1953, avevo quindici anni, abitavo a Torriana. I miei lavoravano la terra. Anche correre a piedi o le sfide in bicicletta alla domenica, su per la salita di Torriana, erano una vacanza, seppure faticosa ed impegnativa, ma sapevamo, per certo, che l’indomani saremmo tornati alla fatica vera”.

“Capitò, non so come, che una sera, di fronte al bar del paese, trovassi da dire con un tale. Era grande e grosso. Alle parole fecero seguito i fatti. Io, allora pesavo quarantasette chili. Fu un attimo. Lo colpii col destro. Forte, in pieno volto. Cadde steso in terra con le braccia in croce. Alla scena era presente il dottor Michele Baroni. Volle immediatamente portarmi in palestra. Mi condusse da Vincenzo Pandolfini. Il vecchio campione riminese che insegnava a Santarcangelo mi prese in simpatia. Iniziò così la mia carriera di pugile”.

“Il debutto lo feci a Torriana. Incontrai un certo Panfilli di Ancona, campione marchigiano dei ‘mosca’. Vinsi. Nella palestra di Pandolfini c’erano, in quel tempo dei veri campioni. Accanto agli affermati ed esperti Gullotta, Carabini, stavano crescendo i vari Efrem Donati, Ezio Raggini, quindi Giuliano Beretti, Gian Carlo Bianchi, Guido ‘Ciccio’ Baldisserri. Finito il training, verso le venti e trenta, inforcavo la bicicletta e risalivo a Torriana. Questo tutte le sere. Divenni Campione emiliano dei pesi piuma a Ferrara. Vinsi in seguito con Bovi, Cavulli, Cipressi. Passai attraverso le categorie dei ‘gallo’, dei ‘piuma’, ed infine approdai nei ‘leggeri’. Il mio peso si stabilizzò a 61 Kg. Nel 1959, disputai i Campionati Italiani Militari. Fui sconfitto in semifinale da Brandi di Arezzo. In seguito incontrai e sconfissi: Amante di Pavia, Tarroni di Ravenna; Silvori, campione marchigiano dei leggeri lo spedii sulla stuoia a Savignano. Vinsi con Paoni, con Casadei di Forlì. Il mio ultimo incontro da dilettante lo disputai a Rimini all’Arena delle Stelle. Era il 1963. Ero salito sul ring cinquanta volte. Dal 1960 al 1963, sostenni venticinque incontri perdendone uno soltanto. Passai professionista e come procuratore ebbi Alfredo Neri ed in seguito Branchini. In quel tempo erano attivi, in Italia quarantuno professionisti che militavano nella categoria delle 135 libbre. La boxe come spettacolo ‘tirava’ tantissimo. Sconfissi Petretto ai punti. Stessa sorte toccò ad Angelo Straccia. Vinsi per k.o. alla terza ripresa con Lambertini nel 1965. In seguito fu la volta di Licausi. Vinsi in seguito con Farina, con il sardo Onorio Piras (k.o. alla quinta ripresa), con Chessa, un altro sardo che fino allora era imbattuto. Anche Brugali, a Terracina, centrato da un destro d’incontro finì fuori combattimento. Ma il match che reputo più duro e nello stesso tempo, per me, più gratificante, lo disputai il 6 gennaio 1965 con Ziino. Vinsi ai punti”.

A proposito di questo combattimento Sergio Gaddi, il più competente tra gli appassionati di questo sport che io conosca ed a suo tempo autorevole giornalista, così ricorda quel match: “Fu uno spettacolo pugilistico che racchiudeva in sé qualcosa di antico. Edo aveva già incontrato, da dilettante, il suo avversario in due occasioni. Una volta, avendo tolto il gesso, dalla mano fratturata, la mattina stessa. Non gli era mai andata bene. Furono otto riprese di brutale violenza. Ogni pugno veniva scagliato con rabbia. Ziino produceva una boxe tecnica. Petrucci dimostrò di avere cuore e notevole coraggio”. Non si fece ricco con la boxe, Edo Petrucci. In seguito lavorò come camionista.

 

 

 

EDO PETRUCCI | PUGILATO | RIMINI

bottom of page